L’Ammiraglio statunitense James G. Stavridis spiega i dettagli di
un eventuale “Piano B” degli USA per la Siria che esclude la Russia nel caso di
un possibile fallimento della tregua in Siria.
“Probabilmente l’alternativa conosciuta come “Piano B” , pianificata in precedenza dal segretario di Stato, John Kerry, include l’invio di forze terrestri in Siria, di conseguenza non include la Russia”, ha spiegato questa Domenica Stavridis.
Di seguito lo stesso ammiraglio ha esposto nei dettagli il piano, spiegando che questo intervento terrestre in Siria conta su diverse fasi e le prime consistono nel creare una zona di esclusione aerea (no fly zone) e garantire la sicurezza delle truppe di terra.
“Probabilmente l’alternativa conosciuta come “Piano B” , pianificata in precedenza dal segretario di Stato, John Kerry, include l’invio di forze terrestri in Siria, di conseguenza non include la Russia”, ha spiegato questa Domenica Stavridis.
Di seguito lo stesso ammiraglio ha esposto nei dettagli il piano, spiegando che questo intervento terrestre in Siria conta su diverse fasi e le prime consistono nel creare una zona di esclusione aerea (no fly zone) e garantire la sicurezza delle truppe di terra.
Secondo Stavridis, ex comandante
Supremo Alleato dell’Organizzazione
del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), tale situazione permetterebbe
anche “l’organizzazione di gruppi oppositori moderati”.
“Molto probabilmente in questo piano sarà prioritaria la Giordania e le sue forze terrestri; sono sicuro che il presidente degli USA Barack Obama, ed il re giordano, Abdolà II, ha conversato rispetto a questo”, ha aggiunto.
Secondo Stavridis, senza dubbio, sarà una campagna complessa e caotica, “speriamo di poter porre la Russia dalla nostra parte, ma non sono sicuro di questo”, ha concluso.
“Molto probabilmente in questo piano sarà prioritaria la Giordania e le sue forze terrestri; sono sicuro che il presidente degli USA Barack Obama, ed il re giordano, Abdolà II, ha conversato rispetto a questo”, ha aggiunto.
Secondo Stavridis, senza dubbio, sarà una campagna complessa e caotica, “speriamo di poter porre la Russia dalla nostra parte, ma non sono sicuro di questo”, ha concluso.
Lo scorso Martedì il segretario di Stato degli USA ha annunciato
che Washington ha l’opzione di un
“piano B” se
fallisce la cessazione delle ostilità e la nuova tregua concordata fra la
Russia e gli USA.
Il giorno seguente il Ministero russo degli Esteri ha reagito nella seguente maniera : “la Russia non sa nulla di un “Piano B” di cui parlano gli USA. Si è realizzato un intenso lavoro per ottenere l’accordo sulla Siria ed è necessario investire tutti gli sforzi per implementarlo”.
Il giovedì, il cancelliere russo, Serguei Lavrov, ha rigettato le dichiarazioni del titolare statunitense ed ha assicurato che non c’è , nè ci sarà alcun “piano B” secondo l’accordo di tregua in Siria.
Il giorno seguente il Ministero russo degli Esteri ha reagito nella seguente maniera : “la Russia non sa nulla di un “Piano B” di cui parlano gli USA. Si è realizzato un intenso lavoro per ottenere l’accordo sulla Siria ed è necessario investire tutti gli sforzi per implementarlo”.
Il giovedì, il cancelliere russo, Serguei Lavrov, ha rigettato le dichiarazioni del titolare statunitense ed ha assicurato che non c’è , nè ci sarà alcun “piano B” secondo l’accordo di tregua in Siria.
Anche il vice ministro degli Esteri della Russia, Mijail Bogdanov, a sua volta, ha manifestato nello stesso
giorno del Giovedì che i russi sono preoccupati per gli annunci
degli USA e per il fatto che gli USA parlino di un “piano B”. Non
sappiamo niente di questo”.
Nelle prime ore del Sabato è entrato in vigore un cessate il fuoco in Siria, annunciato dagli USA e dalla Russia, da cui sono esclusi i gruppi considerati terroristi dalle Nazioni Unite e fra quelli l’ISIS ed il fronte Al Nusra, ramo di Al Qaeda.
Nelle prime ore del Sabato è entrato in vigore un cessate il fuoco in Siria, annunciato dagli USA e dalla Russia, da cui sono esclusi i gruppi considerati terroristi dalle Nazioni Unite e fra quelli l’ISIS ed il fronte Al Nusra, ramo di Al Qaeda.
Anche il Governo di Damasco ha accettato la tregua con il fine di
fermare lo spargimento di sangue dei siriani e restaurare la stabilità, al
tempo stesso ha ha assicurato che continuerà combattendo il gruppo
terorrista dell’ISIS e di Al Qaeda.
Tuttavia il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha messo in chiaro che il suo Esercito “non si sente obbligato a rispettare la tregua, se si crea una situazione che minaccia la sicurezza della Turchia”, alludendo ai gruppi di autodifesa curdi-siriani.
Tuttavia il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha messo in chiaro che il suo Esercito “non si sente obbligato a rispettare la tregua, se si crea una situazione che minaccia la sicurezza della Turchia”, alludendo ai gruppi di autodifesa curdi-siriani.
Fonte: Hispan TV
Traduzione: Manuel De Silva
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